Laureus Italia e IWC Schaffhausen. Insieme per portare il sorriso e la speranza sui volti dei bambini attraverso lo sport.
Daria Braga, Direttore di Laureus Italia, e Beppe Ambrosini, Brand Manager di IWC Schaffhausen, ci spiegano l’importanza dei progetti Laureus sul territorio italiano.
“Avere fiducia in un allenatore: solo così si supera la paura”.
“Quando entro qui mi dimentico tutti problemi che ci sono là fuori.
Il basket aiuta a crescere”.Salvatore e Alessia
Salvatore e Alessia. Lui ha 14 anni e ha vinto le sue insicurezze grazie alla ginnastica agonistica. Lei, grandi occhi scuri ed uno splendido sorriso, di anni ne ha 17. Potrebbero essere i nostri figli o quelli dei nostri amici. Invece sono due dei duecentosettanta bambini e ragazzi del progetto “Sport for Good” Napoli che raccontano, non senza commozione, quanto grazie all’impegno e all’aiuto della Fondazione Laureus Italia siano tornati a sorridere e credere nella vita e in un futuro migliore. Tutto questo grazie allo sport.
Dal 2005 Laureus Italia opera infatti nelle aree più problematiche delle tre grandi metropoli del nostro paese, Milano, Roma e Napoli sostenuta da due global partner, IWC Schaffhausen, marchio di alta orologeria di proprietà del Gruppo Richemont e Mercedes Benz del Gruppo Daimler, ma anche da una numerosa schiera di ambassador, eccellenze dello sport e dello spettacolo.
È così che il Direttore di Laureus Fondazione Italia Onlus, Daria Braga, e Beppe Ambrosini, Brand Manager di IWC Schaffhausen e Membro del Consiglio di Amministrazione di Laureus, lavorano a stretto contatto, quasi ogni giorno, perché le attività sono numerose, la dedizione è senza limiti e la responsabilità molto elevata. Ma i successi ripagano l’impegno e a raccontarcelo sono proprio loro.
Laureus Italia nasce nel 2005. In questi 13 anni quanti bimbi ed adolescenti sono tornati a sorridere grazie alla vostra attività?
“I dati numerici sono importanti ma il valore essenziale è il cambiamento che viene fatto sui territori dove Laureus Italia lavora. – Ci spiega Daria Braga, Psicologa-Psicoterapeuta dell’età evolutiva e dell’adolescenza – Il successo deriva dal particolare approccio che la nostra fondazione possiede fin dalla sua nascita nel 2005: ogni progetto viene infatti monitorato in ogni istante e gestito direttamente dalla Fondazione. Il lavoro svolto nelle periferie di Milano, Roma e Napoli coinvolge nelle nostre attività sportive i bambini provenienti da contesti difficili, segnalati da scuole o servizi sociali. A partecipare attivamente al fianco dei piccoli sono insegnanti, tutor, allenatori, persone che hanno conseguito master nello sport e nella psicologia dello sport, educatori che hanno capacità di gestione relativamente alle problematiche infantili”.
“La frase di Salvatore che lei ha citato è importantissima. Spiega come molti bambini che vivono all’interno in zone italiane di periferia complesse, non abbiano punti di riferimento, o se ne possiedono, purtroppo non siano del tutto positivi. Inserendo lo sport in un contesto psicoeducativo, accade che un allenatore adeguatamente formato, attraverso l’insegnamento dell’attività sportiva, arrivi a sostituire entrambe le figure genitoriali. Tutto ciò avviene grazie allo sport, uno strumento fantastico! Le problematiche infantili che Laureus Italia riesce a risolvere riguardano comportamenti aggressivi che spesso nelle scuole sono oppressi perché disturbanti. Noi li percepiamo invece come con una richiesta di aiuto da parte del bambino che esprime così il suo disagio. Ogni allenatore è quindi formato per gestire traumi e difficoltà e trasformarli grazie all’insegnamento dello sport, delle regole, del valore della comunità, dell’importanza degli obbiettivi e anche della fatica necessaria per raggiungerli. Come diceva Nelson Mandela, ispiratore di Laureus, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita, lo sport ha il potere di cambiare il mondo”.
“Il monitoraggio è importantissimo. – Continua Beppe Ambrosini – Laureus Italia valuta tutti i bambini con una serie di test, prima, durante e dopo l’attività. E non solo: sono valutati anche gli allenatori attraverso profili di prestazione, per capire se veramente sono contenti dell’intervento. Tutto ciò è fondamentale per noi di IWC perché come stakeholder teniamo moltissimo alla Responsabilità Sociale d’Impresa e a come sono utilizzati i nostri fondi”.
“Sono abituato ad andare direttamente sul campo per comprendere concretamente se c’è una risposta al nostro intervento e come possiamo ulteriormente migliorare la nostra missione di aiuto. Per analizzare la misura dell’impatto sociale di Laureus Italia, i dati monitorati negli ultimi tre anni, compreso l’indotto che riguarda tutti i bambini che sono con noi ai quali possiamo trasformare davvero la vita, sono stati forniti all’ Università Bocconi di Milano. La misurazione effettuata a livello quantitativo ha fornito un dato essenziale, il “Social Return On Investiment”, un valore che non solo restituisce un po’ di scientificità ai global partner provenienti da grandi gruppi come Richemont e Daimler ma è indispensabile per migliorare il modello di approccio di Laureus per il futuro”.
Vi è mai capitato di trovare una barriera da parte della comunità da cui i bambini provengono?
“La risposta è molto diversa a seconda alle aree in cui si opera. – Approfondisce Daria Braga – Milano, Roma e Napoli sono realtà differenti. Milano ha tanti problemi culturali di immigrazione (i bambini sono per la maggior parte di cittadinanza italiana ma con famiglie straniere di culture diverse).
Qui siamo riusciti a creare una squadra di softball tutta al femminile dove giocano venti ragazze, ognuna di etnia diversa dall’altra. La prima difficoltà che abbiamo incontrato è stata quella di portarle a vivere l’esperienza sportiva, perché la maggior parte delle famiglie non aveva mai permesso alla propria figlia di praticare uno sport, tanto meno in una squadra mista. Siamo riusciti a creare un team meraviglioso, grazie all’aiuto della campionessa italiana Alice Ronchetti, che ha preso a cuore il progetto. È bellissimo vedere come spesso sono le stesse bambine a fare da mediatrici con le proprie famiglie per portarle verso un’apertura alla positività. Affrontiamo ogni giorno temi delicatissimi: a Napoli lottiamo perché i bambini non siano inglobati nella criminalità organizzata che propone loro una vita molto più facile, mentre noi, attraverso lo sport, insegniamo loro che devono far fatica per ottenere un buon e positivo risultato. Di nuovo il fattore fondamentale è la rete degli adulti che monitora e forma gli allenatori che a loro volta sanno gestire proprio queste trappole sempre dietro l’angolo”.
“Ho un ricordo emozionante, vissuto sul campo, proprio nella città di Napoli. – Ci racconta Beppe Ambrosini – Era stato organizzato un evento in cui la Fondazione Laureus ed io, all’epoca Vice Presidente di Laureus e già direttore di IWC Italia, avremmo incontrato giornalisti e membri dell’Amministrazione Comunale di Napoli. Appena arrivati, ci ritrovammo davanti ad una scolaresca composta da 50 bambini. L’impatto fu incredibile, ovviamente ognuno di noi aveva preparato un discorso pertinente per una platea adulta. Ci fu qualche difficoltà iniziale e moltissima commozione. Ad un certo punto feci d’istinto una delle domande che solitamente si rivolgono ai bambini, e che ho sentito tante volte perché io stesso sono un papà di tre figli. Chiesi loro di esprimere un desiderio che noi avremmo cercato di realizzare con la nostra missione di aiuto. Mi rispose una ragazzina di 13 anni. “Dateci la speranza”, mi disse. Io commosso feci fatica a rispondere e quel momento resta uno dei ricordi che mi ha più colpito e segnato. Tra i tanti eventi che organizziamo, la F1 Charity Night di fine agosto a Milano serve proprio a sostenere l’impegno verso la promessa fatta a quell’adolescente di Napoli e a tutti gli altri bambini, circa 1500 in Italia, che ogni anno aiutiamo. I progetti hanno ovviamente bisogno di un aiuto economico per essere sostenuti. Durante la Charity Night di Laureus Italia mi rivolgo al pubblico raccontando anche il mio lavoro come Brand Manager nel mondo dell’alta orologeria, un mestiere che svolgo da 40 anni, in un universo di eccellenza, dove il prodotto di prestigio che vendiamo equivale ad un sogno. Attraverso l’impegno con Laureus Italia, IWC Schaffhausen riesce a realizzare i sogni!”
La raccolta fondi resta un elemento fondamentale come tutte le ONLUS in Italia.
“La raccolta fondi della F1 Charity Night è determinante per sostenere i nostri progetti in Italia. A livello globale Laureus Sport For Good, nata su ispirazione di Nelson Mandela, opera con nove fondazioni che svolgono la loro missione nei paesi emergenti molto bisognosi. Quindi ogni ente benefico, compreso il nostro, deve riuscire a sostenersi in maniera indipendente. Grazie a IWC Schaffhausen e a Mercedes-Benz – continua la dottoressa Daria Braga – la F1 Charity Night raccoglie fondi importanti, non solo grazie ai beni in asta, ma anche con la vendita dei tavoli durante la serata di gala. IWC Schaffhausen offre un investimento straordinario dimostrando quanto un’azienda possa dedicare al proprio territorio, rivolgendosi ai bambini italiani e al futuro di un paese che ha molto più bisogno di quanto forse viene raccontato”.
“In genere – aggiunge il dottor Beppe Ambrosini – pensiamo ad aree geografiche come Africa e Asia quando rammentiamo problemi sociali di povertà, violenza, discriminazione. In realtà c’è tanto bisogno anche qui in Italia, nelle nostre periferie, a pochi passi dal centro delle metropoli in cui lavoriamo e viviamo”.
Quali sono i canali attraverso cui il pubblico italiano può aiutare Laureus Italia nei suoi progetti?
“In questi giorni è live sul web una campagna SMS di raccolta fondi dove viene espresso quello che simbolicamente è il tunnel dal quale la nostra fondazione cerca di sottrarre i bambini: bullismo, violenza, emarginazione. C’è una luce al di là di questo tunnel: ci si arriva attraverso lo sport. Ovviamente per raggiungere questo obbiettivo occorrono grande professionalità ed abnegazione per sostenere un approccio di livello altissimo. Ultimamente, per esempio, Laureus Italia ha formato degli insegnanti che desideravano apprendere come trasferire nella dinamica scolastica il nostro approccio di successo per agevolare l’apprendimento degli alunni”.
Essendo sul campo ogni giorno, avete anche una percezione diretta di come evolvono i disagi infantili parallelamente alle evoluzioni sociali. Mi riferisco a nuove dipendenze come quelle da dispositivi web, cellulari, playstation. L’abuso degli stessi, senza il controllo di un adulto, può essere molto dannosa e limitare i rapporti sociali dei nostri ragazzi.
“Il tema è interessantissimo perché riguarda i cambiamenti di patologie legati alle evoluzioni della nostra società. Laureus Italia riesce ad avere un osservatorio estremamente interessante che serve per attuare anche una prevenzione per il futuro attraverso le nostre segnalazioni. Possiamo intervenire laddove le problematiche sono lo specchio del disagio infantile. Una delle nostre attività cardine è la psicomotricità: permette di capire molto dei bambini che attraverso il loro corpo esprimono solitudine, sedentarietà, infelicità. Quindi aldilà dei casi che ci vengono segnalati, la psicomotricità è un bacino dove emergono problematiche che noi segnaliamo per primi”.
C’è stato in questi anni stato un caso particolarmente difficile che siete riusciti poi a tramutare in positività?
“Si! – Ricorda Daria Braga – Un gruppo di pallacanestro che era arrivato a una violenza inaudita. Mi avevano chiamato dicendomi che forse l’unica alternativa era dividerlo perché si era innestato in tutti i partecipanti un meccanismo molto violento. Con l’allenatore ed il nostro tutor sul campo ci siamo dati un nuovo obbiettivo di grande responsabilità: portare avanti il nostro impegno fino al Natale successivo. Incredibilmente i ragazzi sono riusciti a lavorare sulle loro problematiche, superandole tutti insieme e trasformando la squadra in una delle più coese, da supporto anche per le altre. Nelle nostre riunioni di consiglio interno, insieme con il dottor Ambrosini, avevamo affrontato spesso la situazione di questo gruppo e ci siamo tutti commossi il cambiamento che i ragazzi hanno affrontato. Il loro allenatore è un ragazzo straordinario!”
Alla Laureus Italia Charity Night il prossimo 30 agosto saranno presenti anche i vostri Ambassador, italiani e non solo.
“Certo! Parteciperanno alcuni tra gli ambasciatori sportivi che sono uno dei vettori attraverso il quale Laureus possiede una immagine a livello mondiale: Sean Fitzpatrick, Fabian Cancellara, Giacomo Agostini, Fabio Capello, David Coulthard e molti altri. Ma insieme presenziano alla serata anche star dello spettacolo come Martina Colombari ed i nostri chef di eccellenza come Davide Oldani. Tutti partecipano in maniera gratuita, vengono col cuore compatibilmente alle loro attività lavorative e sportive”.
IWC Portofino Hand-Wound 8 days Moon, Unique Piece. Cassa in platino di 45 mm, cinturino in alligatore di Santoni.
“IWC Italia e Laureus Italia realizzano un progetto speciale per la serata di beneficenza. – ci spiega Beppe Ambrosini – Ogni edizione creiamo un orologio pezzo unico che viene messo all’asta sul sito Charity Stars (CLICCA QUI per visitare la pagina dedicata) insieme agli altri lotti e premi della Charity Night. Quest’anno il pezzo unico è un modello WC Portofino Hand- Wound 8 days Moon phase Laureus Charity Night Milano 2018 con cassa in platino di 45 mm, cinturino in alligatore di Santoni”.