Nel 2017 ha compiuto 10 anni. Poco (forse) per i canoni del mondo delle lancette. Abbastanza, però, per entrare a tutti gli effetti nel ristretto novero dei piccoli produttori indipendenti. Custodi di quello spirito autentico che de sempre muove l’orologeria elvetica.

La spinta, alla base di tutto, è la stessa che muove buona parte delle piccole realtà entrate a far parte della cerchia ristretta dell’orologeria elvetica più o meno nel decennio a cavallo dello scoccare del terzo millennio. Ovvero la ricerca – non potendo avanzare pretese di cambiare il tempo forzandone i suoi ritmi – quanto meno di un nuovo e creativo approccio alla sua lettura. Possibilmente, parlando di orologi da polso, il più possibile contemporanea, innovativa, non convenzionale. Sorprendente, insomma. Specchio fedele della fantasia del suo creatore, ma soprattutto delle capacità tecniche e progettuali proprietà privata di quelle poche manifatture disposte a intraprenderne la sfida. Come il brand Manufacture Contemporaine du Temps.
Ogni orologio prodotto nell’atelier Manufacture Contemporaine du Temps è rigorosamente realizzato a mano. Un singolo orologiaio ne segue personalmente l’assemblaggio dall’inizio alla fine.

Un sfida non certo facile. Perché destinata a portare risultati solo nel medio/lungo periodo (visti i tempi di progettazione e realizzazione di calibri fuori dall’ordinario), perché estremamente costosa (in rapporto a produzioni caratterizzate poi da numeri estremamente limitati), perché a volte sfiancante. Ma anche gratificante. Specie per chi, come Manufacture Contemporaine du Temps, in dieci anni è riuscita a dar vita a soluzioni di grande spessore. Orologi contraddistinti da tecnicismi unici, come la raffigurazione del tempo tramite moduli composti da prismi rotanti (divenuta un marchio di fabbrica), o da innovazioni ai limite dell’immaginazione. Come il suo ultimo ritrovato: un rivestimento in Vantablack. Un composto di nanotubi di carbonio, spessi un milionesimo di millimetro e capaci di assorbire il 99,965% della luce. In sostanza, il materiale più nero dell’universo. Dopo il buco nero.

Ma nonostante il 90% della produzione sia accomunata proprio dall’affissione digitale delle ore, nella collezione corrente di Manufacture Contemporaine du Temps c’è anche un modello a suo modo atipico. Ossia con visualizzazione analogica di ore, minuti e riserva di carica. È il Frequential One F110, blend di tradizione (anche la cassa a cuscino, “old school”, gioca la sua parte) e contemporaneità. Quest’ultima ben rappresentata da materiali come il titanio Grado 5 della cassa 42 x 42 mm, rivestito poi con un trattamento DLC, e soprattutto dalla scenografica soluzione tecnica del bilanciere a inerzia variabile sospeso nella parte centrale. Un organo regolatore dotato di spirale con curva Breguet.
La Manufacture Contemporaine du Temps si avvale della collaborazione di aziende consociate. Come la Digitale S.A. per la ricerca e sviluppo o la MCH S.A. di La Chaux-de-Fonds per l’assemblaggio dei movimenti meccanici.

Un movimento meccanico a carica manuale (MCT-F1.0) dotato di doppio bariletto, apparentemente semplice, ma solamente a un primo sguardo. Ed esclusivamente perché i tecnici di Manufacture Contemporaine du Temps lo hanno voluto far sembrare tale, in un’ottica di grande pulizia estetica e stilistica. Per realizzarlo, infatti, è stato necessario spostare la trasmissione da sotto il movimento al centro dello stesso, nonché prevedere un sistema di cuscinetti a sfera per guidare le lancette di ore e minuti. Centrali, naturalmente, ad “orbitare” attorno al cuore pulsante del Frequential One F110. Unico organo meccanico in bella vista (dal lato del quadrante) di un calibro elegantemente rifinito a Côtes de Genève con ponti bisellati a mano.
Nel completo rispetto dell’etichetta Swiss Made, i movimenti che animano le creazioni di Manufacture Contemporaine du Temps sono realizzati con componentistica svizzera. E naturalmente sviluppati e assemblati al 100% in house.
