Presentato al SIHH 2018 il nuovo orologio Girard-Perregaux Laureato Chronograph è appena arrivato in Italia.
Siamo stati nel flagshipstore di Pisa Orologeria a Milano, in Via Verri 7, per scoprire non solo gli inediti modelli dell’iconico orologio Girard-Perregaux ma per approfondire tutto l’universo del marchio svizzero con un grande esperto di alta orologeria: Fabio Bertini.
Una delle collezioni più personali di Girard-Perregaux accoglie oggi un modello a suo modo inedito: il Laureato Chronograph. Diego Tamone ci racconta ogni dettaglio di questo orologio pensato per andare a soddisfare le esigenze di differenti tipologie di clientela.
Milanese di grande professionalità, tanto amato dagli addetti ai lavori e dagli intenditori, l’ex direttore generale di Pisa Orologeria ci ha guidato, con il suo timbro di voce inconfondibile, lungo il cammino del Tempo. Dalla nascita di Girard-Perregaux fino alle sue più recenti evoluzioni.

Il suo viaggio nella Meccanica del Tempo iniziò nei primi anni ’70, quando giovanissimo, appena sedicenne, cominciò a lavorare nell’azienda dei Fratelli Pisa a Milano. A distanza di oltre quarant’anni, qual è uno dei primi ricordi che serba di Girard-Perregaux?
Per un uomo che lavora nell’universo dell’alta orologeria, la prima visita in una Manifattura rappresenta sempre una scoperta indimenticabile, ricca di emozioni.
Io vissi questa esperienza proprio a La Chaux-de-Fonds, tra il 1976 ed il ’77, quando conobbi Charles – Edouard Virchaux che insieme a Jean – Edouard Friedrich dirigeva Girard-Perregaux in un periodo di eccezionali invenzioni tecnologiche.
L’anziano proprietario mi annunciò di voler rilanciare un’icona del marchio, l’orologio Girard-Perregaux Tourbillon sotto Tre Ponti in oro, che arrivò sul mercato in un’edizione da tasca in serie limitata a circa 20 esemplari.
L’audacia imprenditoriale e l’istinto visionario sono sempre stati nel DNA della Maison Girard-Perregaux…
Ovviamente la storia del marchio era iniziata molto tempo addietro; le sue radici risalgono al 1791 per mano ad una persona illuminata, Francois Bautte, ed è proseguita poi con un altro grande esempio umano, la famiglia Girard-Perregaux.
Oggi, dopo più di due secoli, la marca acquisita dal Gruppo Kering, si distingue nel panorama dell’alta orologeria per non aver mai interrotto né la sua vicenda costruttiva né la sua presenza sul mercato. Possedere come origine di appartenenza il 1700 significa provenire da una rara élite ed avere conosciuto e vissuto un’epoca in cui gli orologi rappresentavano un po’ l’almanacco della vita quotidiana.
Allora il segnatempo forniva l’ora, regolava le attività giornaliere e, per chi se lo poteva permettere, garantiva informazioni anche più complesse come i calendari e i cicli della luna. Le fasi lunari, che al giorno d’oggi sono intese dal pubblico come una spettacolare coreografia all’interno del quadrante, in realtà all’epoca avevano funzionalità fondamentali, necessarie per la buona riuscita di viaggi e spedizioni.
Conoscendo nel profondo la marca da più di quarant’anni, se volesse riassumere in poche parole l’essenza di Girard-Perregaux, come potrebbe definirla?
Dalla sua origine Girard-Perregaux ha continuato a lavorare senza mai interruzioni e ha sempre continuato ad essere presente nel mercato dell’alta orologeria. Tutto ciò testimonia non solo l’attitudine commerciale e l’istinto imprenditoriale e conseguentemente la realizzazione di un prodotto di eccellenza, ma anche l’ottima capacità di interpretare le evoluzioni sociali.
Agli inizi la ditta ha lavorato alla creazione di segnatempo eccezionali, divenuti un must per gli intenditori: l’orologio Girard-Perregaux Tourbillon Tre Ponti è rimasto il simbolo di una meccanica portata alla massima perfezione, anche dal punto di vista estetico.
Contemporaneamente Girard-Perregaux si è sempre distinta per la qualità della precisione, oggi data per scontata in seno alla bella orologeria, ma che in passato, quando iniziai a lavorare alla Fratelli Pisa, costituiva uno degli argomenti di grande interesse per la nostra clientela che testava personalmente la precisione del proprio orologio e si informava, aumentando la propria cultura nella meccanica del tempo.

Quali sono le testimonianze che ha potuto cogliere di persona riguardo la grande attitudine di Girard-Perregaux nell’interpretare le evoluzioni sociali?
Intorno agli anni ’70, la Marca non solo partecipò al risveglio evolutivo, ma fu la prima azienda a realizzare un orologio al quarzo con un motore passo – passo e con una frequenza che è entrata nella storia, diventando il riferimento per tutti i grandi players svizzeri.
In più Girard-Perregaux comprese che nel futuro la società sarebbe stata sempre legata emotivamente all’orologio meccanico, un oggetto per certi versi più rassicurante, vicino al nostro lato umano imperfetto e quindi più comprensibile di un prodotto elettronico, talvolta percepito come distante e quindi difficile da amare.
Parallelamente alle nuove invenzioni al quarzo, la Manifattura si rivolse di nuovo al suo bagaglio culturale originario, cioè verso l’orologeria meccanica, e riconsiderò un’altra variabile importante: quella che riguardava lo stile. Si focalizzò sulla realizzazione dei cosiddetti orologi integrati, dove cassa e bracciale si fondevano, diventando un tutt’uno dal punto di vista estetico e di design, imprescindibili l’uno dall’altro. Fu in quel momento che nacque il Laureato.
Come venne accolto il Laureato Girard-Perregaux in Italia e soprattutto a Milano, da Pisa Orologeria?
Qui in Italia fu un successo incredibile. Il primo Laureato era un modello in acciaio e oro, con una misura di cassa media. Da Pisa Orologeria lo vendevamo a 1.010.000 Lire. Ne ho venduti veramente tantissimi! Era un orologio innovativo, dalla forma molto semplice (un ottagono) che richiama alla mente la sagoma di un elemento meccanico: il bullone. Trasmetteva e trasmette ancora oggi, un’immagine di grande forza.
Quali sono state le evoluzioni del Laureato, il prestigioso e iconico orologio Girard-Perregaux, più in voga e più apprezzate?
Mentre agli inizi il Laureato era un orologio di dimensioni medie, come richiedeva lo stile di allora, nel corso dei decenni ha saputo interpretare le richieste del pubblico, arrivando ora a proporre una cassa di 42 mm.
Molte le declinazioni in termini di materiali e metalli: in origine erano in acciaio, poi in acciaio e oro (una versione che Pisa Orologeria ha venduto in larga scala al pubblico italiano), in seguito unicamente in oro ed infine con l’aggiunta dei diamanti.
Di pari passo le evoluzioni riguardarono anche i calibri: i primi erano al quarzo di manifattura, poi meccanici ed infine arrivarono a custodire anche complicazioni tecniche come il tourbillon.

Dal 2017 Il Laureato Girard-Perregaux è tornato nel mercato dell’alta orologeria con una nuova famiglia di modelli inediti. Una scelta mirata e vincente?
Ultimamente Girard-Perregaux, con la nuova gestione del gruppo Kering, ha giustamente fissato l’attenzione su questo modello iconico che sicuramente rappresenta il DNA attuale della Marca, e lo ha reinterpretato in una chiave contemporanea.
Quest’anno al SIHH di Ginevra il brand ha lanciato il nuovo orologio Girard-Perregaux Laureato Chronograph, un segnatempo molto piacevole ed estremamente compatto ed un calibro realizzato in house.
Le misure della cassa in 38 o 42 mm rappresentano le richieste attuali del mercato dove la clientela, maschile e femminile, tende ad indossare il medesimo orologio a tutte le ore del giorno, domandando al prodotto una buona versatilità. Ecco perché il successo di un orologio integrato come il Laureato, sportivo nel quotidiano ma raffinato nei dettagli per i momenti speciali.
In più le varianti dei materiali nelle due declinazioni, in acciaio o in oro rosa, seguono anche in questo caso la sensibilità di un pubblico eterogeneo. L’acciaio utilizzato per il Laureato Chronograph è di tipo 904L, una lega super inossidabile, ultra resistente alle corrosioni (e quindi più difficile da lavorare), utilizzato anche nell’industria aerospaziale, estremamente lucido e brillante, in grado quindi di fornire performance molto più elevate dell’acciaio “normale”.
Un metallo contemporaneo, anallergico che pur non essendo nobile come l’oro, possiede una sua caratteristica luminosità e soprattutto un suo peso specifico. Ritengo che l’orologio debba sempre avere un proprio peso caratteristico per essere sentito al polso da chi lo indossa, come una presenza scenica che gli attribuisce uno spazio nella nostra vita.
Per tutti questi motivi ritengo che il Laureato Chronograph possieda lo stesso smalto e la medesima forza dei suoi predecessori e interpreti a pieno diritto i codici di una Marca che Pisa Orologeria segue da molti anni, ancora prima del mio arrivo nell’azienda, nel 1974.
Dal punto di vista dell’habillage sono moltissimi i codici originari della famiglia Laureato che ritroviamo anche nel nuovo modello di orologio Girard-Perregaux Chronograph… il quadrante clou de Paris, il gioco di superfici lucide ( della lunetta ottagonale) e satinate…
La Manifattura Girard-Perregaux è conosciuta per la meticolosa cura dei dettagli non solo interni al meccanismo ed alle sue componenti, ma anche di quelle estetiche dell’habillage. Ciò costituisce un aspetto fondamentale nella bella orologeria, dove i quadranti devono possedere un design armonico e ben proporzionato.
Basta infatti che un piccolo dettaglio nel quadrante suoni come una nota poco intonata, all’interno di una melodia, per rendere un orologio di poco gradimento alla clientela. Disamornia e mancate proporzioni estetiche possono quindi tradursi in un mancato successo commerciale di un prodotto di elevata qualità tecnica.

Qual è l’essenza dell’orologio Girard-Perregaux Laureato Chronograph?
Il cronografo custodisce una complicazione che serve a rilevare porzioni della nostra attività giornaliera, è facile da usare e possiede un’ottima leggibilità.
È un oggetto molto friendly attraverso il quale l’uomo entra in contatto fisico con la meccanica orologiera ogni volta che lo desidera, basta azionare il suo pulsante di avvio.
In questo è completamente diverso dalle altre complicazioni: per osservare in un calendario perpetuo il passaggio da un mese all’altro occorre attendere la mezzanotte di un giorno ben preciso, mentre il cronografo possiede una dinamicità viva ed intensa.
La sua complicazione quindi è tutto fuorché statica e la sua meccanica affiora sul quadrante come un fiore appena sbocciato.
Per me il cronografo resta la più bella tra le complicazioni orologiere anche perché riesce a trasmettere quella grinta e quella forza che piace tanto a noi uomini.
Laura Canepa ha intervistato Antonio Calce, CEO del brand acquisito dal gruppo Kering, che le ha raccontato, poco più di un anno fa, tutti i dettagli della collezione Girard-Perregaux Laureato.