Un calendario perpetuo, pensato però per tenere conto del calendario islamico. Ultima creazione in ordine di tempo di Parmigiani Fleurier. Pronta a dispensare meraviglie in un 2020 di natura bisestile.
Un luogo comune, uno dei tanti rintracciabili nel variegato mondo dell’orologeria, vuole che qualsiasi modello sia ritenuto fuori dai canoni estetici strettamente personali – magari perché troppo ostentativo – venga immediatamente etichettato come “pensato per quei Paesi là”. Dove con “quei Paesi là” si suole intendere genericamente l’area del Medio Oriente. Se è troppo ingioiellato, se è semplicemente più vistoso&costoso della norma, insomma, è liquidato in maniera estremamente riduttiva come un esemplare realizzato per un altro mondo. Non il proprio. Peccato che poi quel modello sia magari in oro o riporti un bel calendario “alla occidentale”. Che per gli occidentali, con regole, usi e costumi occidentali, è cosa più che scontata, ma non per questo valida universalmente. Perché la storia e la cultura è sì europeocentrica, ma solo da noi. Solo cioè in Europa, naturalmente. Ogni area geografica, a volte addirittura ogni Paese, ha però le sue regole. E questo a volte si tende a dimenticarlo. Regole che riguardano qualsiasi ambito, anche quello del tempo, soprattutto nella forma del calendario. E per rendersene conto basta osservare (in quanto capire è oggettivamente un esercizio ad alto livello di difficoltà) il nuovo Hijri Perpetual Calendar di Parmigiani Fleurier.
Alla base dell’Hijri Perpetual Calendar, un orologio da tasca rinascimentale dotato di calendario solare tradotto in arabo. Restaurato da Michel Parmigiani nel 1993, prima ancora della nascita del suo stesso brand.
Parmigiani Fleurier – Hijri Parpetual Calendar – cassa (44,5 mm) in platino – quadrante in ottone color ardesia a finitura spazzolata – vetro zaffiro con trattamento antiriflesso – fondello trasparente – movimento meccanico a carica automatica, di manifattura – autonomia di circa 48 ore – cinturino in alligatore Hermès.
Perché Michel Parmigiani si sia cimentato nella realizzazione di un calendario perpetuo è una domanda a cui segue una risposta quasi scontata: perché da sempre tutto ciò che nell’alta orologeria si configura come ad elevata complicazione ha altrettanto sempre affascinato il Maestro. Che sin dai tempi trascorsi restaurando pezzi antichi di pregevole fattura ha imparato a conoscere ed apprezzare sin dall’interno la più fine meccanica di precisione. Perché poi quel calendario perpetuo lo abbia presentato in questo 2020 è domanda altrettanto retorica, dal momento che l’anno in questione si configura infatti come bisestile, attestandosi dunque a banco di prova per ogni orologio dotato di tale complicazione. Ma se un oggetto come l’Hijri Perpetual Calendar fosse un calendario perpetuo definibile come convenzionale, probabilmente non ci vedremmo sopra il nome di Parmigiani Fleurier. Così, la referenza, merita attenzione per il fatto di rappresentare a tutti gli effetti il primo modello da polso della storia della Maison dotato di calendario perpetuo islamico. Singolare, perché nata concettualmente dalle nozioni apprese durante il restauro di un antico orologio da tasca con calendario arabo (effettuato da Michel Parmigiani nel 1993) e dalla successiva creazione da parte dello stesso di un rilevante orologio da tavolo (nel 2011) con calendario Hijri.
Un dettaglio del quadrante ardesia a finitura spazzolata. Il contatore a destra è dedicato ai mesi, con quello del Ramadan segnalato in rosso. Quello di sinistra alla data. La finestrella indica se il mese di riferimento è di 29 o 30 giorni.
Ma dove sta tanta unicità? Nel fatto che calendario arabo e calendario gregoriano non coincidono, fattore che ha richiesto di rivedere ex-novo tutta la matematica alla base della meccanica di un calendario perpetuo di tipo tradizionale. Uno sforzo notevole per un mercato tutto sommato, importante sì, ma numericamente limitato. Aspetto questo che non ha certo scoraggiato Michel Parmigiani, ben propenso ad accettare una nuova sfida tecnica. Quella di riprodurre in un orologio da polso un sistema capace di tener conto di un calendario basato sulle fasi lunari, dove cioè ognuno dei 12 mesi si compone di 29 o 30 giorni e soprattutto non è mai uguale a quello dell’anno precedente, al punto da arrivare a cadere addirittura all’interno di stagioni differenti. Un’autentica complicazione nella complicazione, risolta alla maniera di Michel Parmigiani. Con un connubio di perfezione ed eleganza racchiuso in un modello con cassa in platino e movimento meccanico a carica automatica di manifattura dall’approccio insolitamente contemporaneo. Autentico “suggerimento di presentazione” perché di fatto aperto alla più totale personalizzazione da parte del cliente.