Presentato lo scorso 10 ottobre con un evento mondiale a Milano, il Patek Philippe Twenty~4 ha stupito per la linea della sua cassa. Tonda e per questo atipica per un modello femminile storicamente di forma.

Patek Philippe – Twenty~4 automatic – cassa in acciaio da 36 mm – 160 diamanti sulla lunetta – quadrante blu soleil – movimento meccanico a carica automatica, di manifattura – autonomia minima 35 ore / massima 45 ore – bracciale in acciaio – 24.060 euro.
Sin dal suo lancio nel 1999 il nome Patek Philippe Twenty~4 evoca in maniera neanche troppo velata la sua vera attitudine. Quella di un orologio da donna perfetto per essere indossato in qualsiasi momento della giornata, 24 ore al giorno.
Le novità, si sa, non sempre vengono digerite con agilità. Richiedono tempo. Necessitano di essere mirate e rimirate, studiate, analizzate, contestualizzate. Insomma, capite. Perché quello di restare ancorati alle certezze è un atteggiamento insito nella natura umana. Che al contrario porta molto spesso ad approcciarsi con sospetto, se non addirittura con timore, a tutto ciò che è nuovo o più semplicemente differente rispetto al passato. Specie in orologeria, dove i punti fermi sono pochi ed è buona regola mantenerli ben saldi. A tal proposito può fare allora scalpore la recente decisione della maison ginevrina di rivoluzionare completamente il proprio femminile per eccellenza: il Patek Philippe Twenty~4.
Nato “di forma” nel 1999, dopo essere stato disegnato l’anno precedente da Roberto Boglietti, non è più cambiato. Nell’apparenza, ovvero nella silhouette della sua cassa rettangolare, ma anche nella sostanza, e cioè in un contenuto tecnico che ha sempre visto al suo interno un movimento al quarzo. Almeno fino allo scorso ottobre, mese che lo ha visto rinascere con cassa tonda e calibro automatico.

Un dettaglio che mette in evidenza la particolare incastonatura alternata dei 160 diamanti allineati a doppio giro lungo la lunetta del Patek Philippe Twenty~4 automatic.
Sia chiaro, il Patek Philippe Twenty~4, anche nella sua prima serie, non ha certo rappresentato il primo orologio “per signora” realizzato dalla maison, che sin dalla seconda metà dell’Ottocento si è anzi premurata di soddisfare le esigenze delle esponenti del gentil sesso con modelli, da tasca e a pendente, dal gusto particolarmente raffinato e dalla meccanica sopraffina. Ma nel suo piccolo ha rappresentato sicuramente una svolta, intercettando un gusto nuovo. Cosa che, a quasi 20 anni di distanza da quel 1999, ha fatto nuovamente oggi. Con coraggio. Perché quando per dare un taglio netto con il passato si sceglie di proporre qualcosa di totalmente nuovo, ma si decide al contempo di conservare un nome che nel tempo ha avuto modo di legarsi indissolubilmente a un determinato tipo di prodotto, il rischio di disorientare o di non essere capiti è reale. Un discorso che vale non tanto per la scelta di usufruire di un movimento meccanico a carica automatica, doveroso per Patek Philppe anche su un femminile, quanto per quello di propendere per la forma tonda della cassa. Decisione presa, in tutta probabilità, per andare incontro alle richieste dei mercati orientali.

Visibile attraverso il fondello trasparente in vetro zaffiro, il movimento meccanico automatico 324 S C. Il primo a carica automatica ad equipaggiare un modello della collezione Twenty~4.
Il nuovo Patek Philippe Twenty~4 automatico è stato inizialmente previsto in cinque referenze, in acciaio oppure in oro rosa, con un prezzo di partenza di 24.060. In collezione, per il momento, è però ancora disponibile anche la versione al quarzo con cassa di forma.
Al lancio il nuovo Patek Philippe Twenty~4 automatico si è presentato così tondo, luccicante e bello elegante. In cinque versioni, due in acciaio e tre in oro rosa. Tutte accompagnate dall’immancabile presenza dei diamanti, incastonati a Dentelle in un doppio giro che segue i contorni della lunetta, e in un caso presenti anche su anse, bracciale e corona di carica. Guardarlo con attenzione è un invito ma anche una raccomandazione. Perché porta a scoprire dettagli di alta fattura, autentica gioia per gli occhi. Come la maniacale cura dell’incastonatura, come detto, ma anche la perfezione degli indici (applicati a mano) in numeri arabi, della finestrella della data, o la “trama” del singolare e suggestivo quadrante della referenza più preziosa, pazientemente satinato in orizzontale e verticale al fine di ricreare l’effetto di un tessuto di seta “shantung”. Senza dimenticare il movimento, meccanico automatico Calibro 324 S C, finemente decorato e per questo visibile anch’esso attraverso un fondello che Patek Philippe ha appositamente previsto in cristallo zaffiro.
