In California, sotto le insegne di Singer Vehicle Design, trasforma Porsche 911 classiche dotandole delle più moderne tecnologie. Vicino a Ginevra, con il suo recente spin-off Singer Reimagined, crea invece orologi. Ripensando tecnica ed estetica.

Automobili e orologeria. Un binomio cavalcato, spremuto, finanche abusato. All’insegna di similitudini a volte prese per i capelli, e di refrain fatti di vicinanze (presunte) sulla base di valori comuni, molto spesso più astratti che reali. Nel panorama contemporaneo, la norma. Che, attenzione, a livello commerciale funziona, è giusto dirlo, ma che alla lunga finisce per creare assuefazione per via del suo effetto déjà-vu. Un semplice scambio di loghi, di stilemi o di colori sociali, insomma, non basta più. Quanto meno per fare la differenza. E allora, se comunque si riconoscono al settore dell’automotive potenzialità a livello di affinità o di co-marketing, tanto vale prendere una strada nuova. Se possibile personale, e quindi unica.
Il 2017 ha segnato il debutto sulla scena orologiera di Singer Reimagined.
Realtà nuova, nata dalla passione per motori e orologi del suo fondatore, Rob Dickinson. La prima creazione a lancette, il Track1, è stato disegnato da Marco Borraccino attorno a un movimento sviluppato da Jean-Marc Wiederrecht.

Una strada a senso unico, come quella imboccata da Rob Dickinson. Nelle auto, al sole della California, e più recentemente nell’orologeria, in Svizzera. Sempre con creatività e nel segno dello stile e dell’eccellenza.
Dickinson che, dopo essersi fatto conoscere per la sua abilità nel trasformare Porsche 911 prodotte tra il 1989 e il 1994 riportandole esteticamente ai meravigliosi Anni 60 non dopo averle equipaggiate con i più moderni comfort e sistemi di sicurezza, ha pensato bene di misurarsi anche nel “complicato” mondo delle lancette. Mettendo su un brand tutto suo, ovvero Singer Reimagined, affidandosi a un designer italiano con esperienza nel settore (è stato a capo del design di Officine Panerai), Marco Borraccino, e non accontentandosi di un banale movimento qualsiasi. Cosa che lo ha spinto, con successo, a bussare alla porta della Agenhor, l’Atelier Genevois d’Horlogerie di Wiederrecht.

E proprio qui ci ha trovato bell’e pronto un movimento nuovo: l’AgenGraphe. Nel suo piccolo, rivoluzionario, perché capace di rimettere in discussione 200 anni di storia del cronografo. Un calibro a carica automatica (guardandolo dal fondello può ingannare in quanto la sua massa oscillante è stata prevista sul lato opposto e nascosta sotto il quadrante) singolare sin dalla sua concezione, perché previsto per ospitare nella sua zona periferica buona parte di quelle componenti che solitamente starebbero al centro. Centro che di conseguenza, restando a tutti gli effetti vuoto, è stato riempito da Wiederrecht con un modulo cronografico cilindrico composto da ruote delle ore, dei minuti e dei secondi coassiali.
Il Track1, nonostante un brand senza storia alle spalle, ha subito colto nel segno. Arrivando persino a giocarsi le sue carte, poco più di un mese fa al Grand Prix d’Horlogerie de Genève, nell’ambita categoria “Cronografi”.

Una bella sfida a cui si è aggiunta anche quella dell’utilizzo di un sistema di innesto orizzontale, ma a frizione, molto più morbido in fase di avviamento del cronografo. Un movimento che, per le sue caratteristiche, ha dato vita al layout, e quindi allo stile, del Track1 di Singer Reimagined. Che non a caso prevede centralmente le tre lancette cronografiche in azione su due scale graduate (quella interna per ore e minuti, quella esterna per i secondi) mentre le normali informazioni sul tempo sono visualizzate su due anelli girevoli unidirezionali neri previsti nell’area perimetrale del quadrante. Indicate entrambe (il modello non prevede i secondi continui) da un’unica lancetta fissa a ore 6.
Per Rob Dickinson, fondatore di Singer Vehicle Design e di Singer Reimagined, gli orologi hanno rappresentato una passione sin dagli Anni 70. Da allora, il desiderio di realizzarne uno “proprio” si è trasformato in un’autentica ossessione.
