Le sfilate della New York Fashion Week hanno inaugurato il fashion month più atteso: quello di settembre. Con le collezioni Spring/Summer 2026 si conferma, ancora una volta, l’urgenza di definire una cifra stilistica capace di rappresentare una società in crisi d’identità. È nel dettaglio che si nasconde il desiderio autentico di affermare sé stessi. Le voci vibranti di designer e maison costruiscono un racconto intenso, in cui il presente diventa portavoce della memoria e ne rinnova la forza.
Tory Burch – La bellezza dell’asimmetria
Nella cornice neoclassica di 1 Hanson Place, Tory Burch ha portato in passerella un racconto sulla complessità del femminile, fatto di dualità e contrasti. Lo sportswear americano viene decostruito e riletto: polo, trench e camicie a righe si trasformano in archetipi fluidi, pronti a dialogare con abiti romantici a vita bassa che evocano i ruggenti anni ’20. I materiali sembrano segnati dal tempo e rivelano una perfezione attentamente costruita: bordi sfrangiati che non si disfano, trasparenze impreziosite da ricami di perline, superfici volutamente “imperfette” ma sotto controllo.

Tory Burch SS26
Gli accessori amplificano questa estetica dell’asimmetria: la Lee Radziwill bag, alleggerita fino all’essenziale, si affianca a secchielli in pelle consumata e tote intrecciate in metallo e crochet. Le scarpe oscillano tra citazioni rétro e tocchi androgini: slingback con catene maschili, décolleté basse con perle in toni pastello, modelli vissuti che diventano simbolo di libertà. Gioielli e occhiali da sole spingono ancora oltre: perle, conchiglie, fiori di vetro e montature futuristiche si accostano in un “more is more” che sorprende senza appesantire.

Tory Burch SS26
Il risultato è un’immagine di donna che sfugge alle categorie: disciplinata e romantica, austera e sensuale, ironica e solenne. Una donna che, come New York, vive di stratificazioni e contraddizioni, e che proprio in questo trova la sua forza.

Tory Burch SS26
Calvin Klein – Normalità amplificata
Con la sua seconda prova alla direzione creativa di Calvin Klein Collection, Veronica Leoni porta avanti l’idea di un guardaroba pensato per la vita reale, in cui la semplicità si trasforma in dichiarazione. La collezione Primavera/Estate 2026 nasce da quella sospensione del “mattino dopo”: un territorio in bilico tra la notte che sfuma e il giorno che comincia, tra intimità e visibilità. Il guardaroba urbano si costruisce su pezzi chiave che diventano archetipi contemporanei: il trench e il blazer, la giacca di jeans, il caftano, i pantaloni cinque tasche, la polo, il grembiule reinventato, fino all’accappatoio trasformato in capo sartoriale. L’intimo, da sempre linguaggio del brand, entra in scena in modo diretto: reggiseni, slip e sottovesti ispirano variazioni in pizzo e abiti che si fondono con le celebri bande logate, trasformando l’underwear in protagonista.

Calvin Klein SS26
Le silhouette passano dal lungo e slanciato al corto stratificato, alternando tailoring preciso e drappeggi fluidi. I tessuti – lane leggere, jersey liquidi, sete, pellami laserati o intrecciati a frange – offrono nuove tattilità. La palette, urbana e neutra, si apre a lampi di rosa, scarlatto, azzurro e verde felce.

Calvin Klein SS26
Off-White™ – Il segno della strada
Un anno dopo lo show simbolico sotto il Brooklyn Bridge, Off-White™ sceglie il rooftop della New Design High School nel Lower East Side, con i campi da basket trasformati da un murale collettivo di Daze, Lady Pink, Mast e CES. Quattro borough raccontati con i colori della nuova collezione: segni che diventano identità.

Off-White™ SS26
Il vocabolario è quello dell’appartenenza: varsity jacket, hoodie, capsule dedicata alle New York Liberty, accanto a cristalli Swarovski che illuminano giacche e abiti. Le spalle si allargano, i volumi oscillano tra satin liquidi e costruzioni prismiche, le trasparenze dialogano con il denim. L’estetica è grafica, eroica, sensuale. Un senso di appartenenza necessario nel quale riconoscersi ancora e ancora.

Off-White™ SS26
Michael Kors – Glamour itinerante
Michael Kors celebra il glamour che si muove, che cammina tra uptown e downtown senza perdere eleganza. Abiti in chiffon monocromatico si alternano a trench avvolgenti e blazer sagomati, in una continua oscillazione tra pragmatismo urbano e allure sofisticata.

Michael Kors SS26
Le superfici sono illuminate da ricami metallici e paillettes, ma mai in eccesso: sono accenti, non protagonisti. La donna Kors è cinematografica, consapevole, sospesa tra eleganza classica e desiderio contemporaneo. Cammina veloce nella città, ma ogni passo è anche una dichiarazione.

Michael Kors SS26
Coach – Nostalgia leggera
Per Coach, Stuart Vevers parte da un’immagine precisa: “un mattino a New York”. Non nostalgia pesante, ma memoria vivida, che respira e si rinnova.

Coach SS26
Sul set dell’East River, tra fotografie seppia e luci calde, sfilano denim patchwork, giacche di pelle consumate, jeans sbiaditi. Capo dopo capo, appare il fascino del vissuto che non è trascuratezza, ma scelta estetica. Ogni look è completato da una borsa – tote, secchielli, pochette a mezzaluna – che diventa segno distintivo, compagna necessaria.

Coach SS26
La palette si muove tra crema, marrone e indaco, accompagnata da una colonna sonora che mescola Elton John e orchestrazioni. Il risultato è una moda che sa di vita reale, ma elevata dal gesto sartoriale. È la prova che il passato può ispirare senza frenare.
Ulla Johnson – Pittura in movimento
Ulla Johnson trasforma la passerella in tela. Le ispirazioni pittoriche di Helen Frankenthaler si traducono in abiti come pennellate: organze leggere, georgette trasparente, frange e ricami che evocano paesaggi fluidi.

Ulla Johnson SS26
La palette ricorda tramonti e cieli: rosa, blu sfumati, gialli caldi. Le silhouette oscillano tra il boho e il raffinato, sempre legate alla dimensione artigianale che definisce la designer. Non c’è volontà di rivoluzione, ma di consolidamento: un linguaggio riconoscibile che afferma la leggerezza come forma di resistenza.











