A pochi giorni dal suo 89 compleanno, si è spento Paco Rabanne, lo stilista e designer spagnolo, che utilizzò il metallo, la carta e la plastica per le proprie creazioni sovrannaturali, figlie dello sdoganamento di codici stilistici classici.
Architetto della moda prima che stilista
Era il 1966, quando Paco Rabanne, rivoluzionario dello stile, diede vita alla sua Maison facendosi notare per il suo spirito avanguardista. Prima di lui altri avevano fuso arte, moda e sperimentazioni materiche, ma fu solo con il debutto dell’enfant terrible che ci fu una vera e propria sferzata sulle passerelle. Con un abito costruito quasi interamente di plastica fece parlare di sé. Architetto della moda prima ancora che stilista, era dell’idea che per realizzare gli abiti si potessero utilizzare altri materiali oltre il tessuto. Infatti, fu proprio il metallo che andò a occupare un posto speciale nelle sue collezioni, tanto da guadagnarsi il titolo da Coco Chanel de “il metallurgico della moda”. Ottone, alluminio, fili di metallo: materiali inorganici in contrasto evidente con la pelle. Armature metalliche come protezione dagli sguardi indiscreti della propria essenza. Se Pierre Cardin utilizzava plastica e gomma facendoci fare un salto in un futuro prossimo, Paco Rabanne lottava per l’emancipazione femminile lasciando una traccia forte e significativa dietro di sé.

Monsieur Paco Rabanne travaillant (1968)_Credits Paco Rabanne
Il cinema come terreno di sperimentazione
Per lo stilista spagnolo, che fece di Parigi la sua dimora, non mancò il debutto sul grande schermo nel 1966 con gli abiti del film Casino Royale mentre l’iconico vestitino di paillettes realizzato per il film Due per la strada del 1967 con Audrey Hepburn si è ritagliato un posto speciale nel costume. Da non dimenticare gli abiti di scena della pellicola Barbarella del 1968, divenuta cult cinematografico, e interpretata da una fantastica Jane Fonda. I suoi costumi allusivi e sensuali sono il sinonimo di un cambiamento stilistico e sociale ben preciso.

Jane Fonda 1968_Credits Paco Rabanne
Futuro anticipato o passato glorioso
Nel corso degli anni, la storia della Maison si è andata ad associare sempre più alla profumeria, restando per il resto relegata alla sfera dei ricordi e delle memorie. Le creazioni di Paco Rabanne hanno però avuto l’importante compito di scardinare cliché e classicismi andando a esaltare il corpo femminile e la sua naturale sensualità.

Croquis Calandre (1969)
Come guerriere medievali o ancelle del futuro, lo stilista ha segnato lo spirito del tempo conquistandosi un posto d’onore nella storia della moda, deliziando gli addetti del settore e non di un’ineguagliabile genialità che la sua mente di architetto ha saputo trasporre e rendere viva nei suoi abiti. Leggere quanto indistruttibili le maglie couture delle sue creazioni si sono declinate in molteplici icone che hanno costellato la sua carriera: dalla borsa Paco Rabanne 1969, che di recente aveva riacquisito un posto speciale nei nostri guardaroba, alle minigonne di paillette con micro anelli, ma anche il mini abito Space Age. Se ciò che nel tempo, da sperimentale è divenuto abituale, lo dobbiamo a lui, che ha avuto la prontezza di farci aprire gli occhi sulla moda e sul suo significato più profondo.











