Dalla Pop Art di Warhol alla visione luminosa di Caillebotte, fino all’immaginario caleidoscopico di Murakami, la Maison rinnova il suo dialogo con l’arte contemporanea.
L’eredità di un mecenatismo moderno
Da oltre un secolo, Louis Vuitton intreccia arte, architettura e savoir-faire in un racconto che supera le frontiere del lusso per diventare una forma di cultura itinerante. L’arte, per la Maison rappresenta un linguaggio. Fin dai tempi di Gaston-Louis Vuitton, che chiamava artisti e illustratori a collaborare per vetrine e oggetti, la creatività è stata parte integrante della sua identità.
Oggi questo spirito prende forma attraverso la Fondation Louis Vuitton e il programma Hors-les-Murs, che porta le opere della collezione in giro per il mondo — dagli Espaces Louis Vuitton di Tokyo, Monaco, Venezia, Pechino, Seoul e Osaka — in un dialogo continuo con i diversi pubblici e le diverse sensibilità culturali.
Ogni mostra diventa un capitolo di un viaggio artistico senza confini: un modo per raccontare la contemporaneità attraverso il prisma della bellezza, dell’innovazione e della memoria. Un impegno che Louis Vuitton rinnova anche fuori dai propri spazi espositivi, sostenendo i grandi appuntamenti internazionali dell’arte contemporanea come Art Basel Paris 2025, dove il brand ha firmato una delle installazioni più iconiche dell’anno.
Andy Warhol – Serial Portraits: la molteplicità dell’essere
All’Espace Louis Vuitton Tokyo, la nuova mostra Andy Warhol – Serial Portraits esplora la metamorfosi dell’identità e il rapporto tra immagine e artificio. L’artista, simbolo assoluto della Pop Art, torna protagonista attraverso una selezione di opere celebri e inedite, che raccontano il suo modo inconfondibile di osservare e riflettere la società dei consumi e dei media.
Dalle serie di photobooth realizzate negli anni Sessanta fino agli enigmi visivi di The Shadow (1981), ogni lavoro è una variazione sul tema della ripetizione e della costruzione del sé. Le delicate illustrazioni a penna degli anni Cinquanta aprono il percorso espositivo, rivelando un Warhol intimo e ancora acerbo, ma già capace di fondere ironia, fragilità e ossessione.

Andy Warhol – Serial Portraits
Le sue serigrafie successive, moltiplicate come icone su un altare pop, diventano quasi un autoritratto collettivo: riflettono la nascita di una cultura visiva dove tutto — anche il volto dell’artista — può essere riprodotto, consumato, venerato.
In questa mostra, Warhol non è solo un interprete del suo tempo, ma un visionario che anticipa la nostra epoca digitale, in cui la moltiplicazione dell’immagine è la forma stessa dell’esistenza.

Andy Warhol – Serial Portraits
Gustave Caillebotte: la quieta rivoluzione dello sguardo
Attraverso il programma Hors-les-Murs, l’Espace Louis Vuitton New York ospita due capolavori di Gustave Caillebotte, Jeune homme à sa fenêtre (1876) e Partie de bateau (1877–78), prestiti eccezionali del Musée d’Orsay e del J. Paul Getty Museum.
L’esposizione mette in luce la sorprendente modernità di un artista che, pur vicino agli impressionisti, si distinse per una visione rigorosa e psicologica della realtà. Nelle sue tele, la luce non è solo elemento naturale, ma metafora dell’introspezione: illumina gli interni borghesi e i gesti quotidiani, rivelando la solitudine elegante di un mondo in trasformazione.

Jeune_Homme_a_sa_fenetre_Young_Man_at_His_Window_1876_©_Courtesy_The_J_Paul_Getty_Museum_Los_Angeles202167
Questa presentazione, successiva alla grande retrospettiva Caillebotte. Peindre les hommes, conferma il rinnovato interesse per l’artista e la sua capacità di ridefinire la rappresentazione maschile nella pittura dell’Ottocento.
Nei suoi giovani alla finestra e nei rematori assorti, Caillebotte cattura il momento esatto in cui l’uomo moderno si scopre spettatore di sé stesso: un’intuizione che ancora oggi risuona nella fotografia, nel cinema, nella moda.

Partie_de_bateau_Boating_Party_circa_1877-1878_Collection_Musee_dOrsay_©_RMN-Grand_Palais_Musee_dOrsay_Franck_Raux
Art Basel Paris 2025: il ritorno di Takashi Murakami
A coronare questa stagione di dialoghi creativi, Louis Vuitton ha rinnovato la propria partecipazione ad Art Basel Paris 2025 come partner associato per il terzo anno consecutivo, presentando la Collezione Artycapucines VII – Louis Vuitton × Takashi Murakami.
Sotto la maestosa volta del Grand Palais, l’artista giapponese ha dato vita a un’installazione monumentale: un polipo di otto metri ispirato alle lanterne cinesi, le cui braccia colorate accolgono le borse della collezione come se fossero frammenti di un universo pop e poetico.

Louis Vuitton × Takashi Murakami
Tra le Plush Balls multicolori e i motivi Superflat Jellyfish Eyes, Murakami ripercorre vent’anni di dialogo con la Maison, esorcizzando le paure contemporanee con la leggerezza del gioco e la forza del colore.
La collaborazione con Louis Vuitton — iniziata nel 2003 e oggi rinata in chiave tridimensionale e digitale — testimonia la vitalità di un legame che attraversa generazioni e linguaggi, mantenendo intatto il filo che unisce artigianato, visione e sperimentazione.










