Maggio ha il sapore di New York. Almeno per il luna park milionario dell’arte. La città si tira a lucido per un tour de force di tre settimane. Si parte già domani, 1 maggio, al The Shed sull’Hudson dove si alza il sipario sulle prime avvisaglie del mese, le fiere, in città. Da Frieze e NADA alla tornata seguente con Tefaf e Independent, per concludere in bellezza con le grandi aste del primo semestre dell’anno, delle quali presentiamo una costellazione in breve.
Passate in serie, una dopo l’altra, sulla passerella dell’arte mondiale, miart a Milano, la Biennale a Venezia e Art Brussel a Bruxelles, sotto al mese più atteso della filiera intera: il maggio newyorkese. Si entra nella caldissima primavera del mercato dell’arte, zona Manhattan, tra Midtown e l’Upper East Side. Ma prima di raggiungere Central Park, lo sguardo vola velocemente nei pressi di una piccola casa d’aste viennese: la Im Kinsky. Qui, meno di una settimana fa (24 aprile) è stato aggiudicato un capolavoro tanto affascinante quanto fosco, quasi cupo per via del suo “passato” nazista e per i suoi indefinibili eredi, di Gustav Klimt: il Ritratto di Fräulein Lieser si è attestato sulla stima “bassa”, compresa tra 30 e 50 milioni di euro, toccando quota 35 milioni di euro solo grazie ai diritti. Si tratta comunque di più di quattro volte il precedente record mai raggiunto in Austria, nel 2010, quando la casa d’aste Dorotheum vendette un dipinto di Frans Francken II per poco più di 7 milioni. Il record assoluto per un Klimt all’asta è stato invece stabilito lo scorso giugno da Sotheby’s a Londra, quando Dame mit Fächer del 1917 è stato venduto per 85,3 milioni di sterline.
Gustav Klimt, Ritratto di Fräulein Lieser, 1917 © Auktionshaus im Kinsky GmbH, Vienna
Ma torniamo nella Grande Mela, tra i grattacieli che giocano col cielo. Qui si gioca la partita cruciale della stagione. Mentre vanno in scena le due mega fiere Frieze (1-4 maggio) e Tefaf (10-14 maggio), le due major Christie’s e Sotheby’s alternano le loro aste a colpi di capolavori. Entriamo in sala e vediamo i top lot da monitorare, ne raccontiamo cinque in particolare, cinque stelle d’olio che brillano nel cielo sopra gli incanti. Cominciamo con un record scritto, quello di Brice Marden. Si intitola Event ed è un’opera vibrante, parte dei suoi ‘summation’ paintings: dipinti che rappresentano il culmine delle idee e dei processi che ha sviluppato il minimalista di Bronxville nel corso della sua carriera. Il pezzo è uno dei soli sei lavori che compongono la serie più ambiziosa dell’artista: “The Propitious Garden of Plane Image”. Il gruppo comprende un lavoro di piccole dimensioni e due dipinti enormi, sei pannelli di dimensioni murali, la cui Third Version è nella collezione del MoMA, così come tre dittici: Extremes, nella collezione del Pompidou a Parigi, Complements che ha stabilito il record mondiale d’asta per l’artista da Christie’s nel 2020 (30,9 milioni) e infine l’opera in arrivo in asta stimata tra i 30 e i 50 milioni di dollari. Dall’altra parte della barricata, Sotheby’s risponde, colpo su colpo. Con un’opera (Untitled) realizzata in collaborazione da Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat in vendita alla Contemporary Evening Auction. L’ultima volta che l’opera d’arte è apparsa sul mercato è stata quasi 15 anni fa, quando è stata battuta a 2,65 milioni di dollari da Sotheby’s. La casa d’aste attualmente stima il suo valore nella regione di 18 milioni. Il record di un dipinto di entrambi a quattro mani è Zenith (1985), venduto per 11,4 milioni da Phillips nel maggio 2014. I due artisti produssero 160 tele tra il 1983 e il 1985 dopo che furono presentati dal gallerista zurighese Bruno Bischofberger nel 1982.
Brice Marden, Event, signed, titled, inscribed and dated ‘EVENT 2004-7 oil on linen B. Marden’. Painted in 2004-2007. $30 million-50 million, Courtesy of Christie’s 2024
Ed è ancora Sotheby’s a calare uno degli assi maggesi con Les Distractions de Dagobert, probabilmente l’opera più significativa di Leonora Carrington, un capolavoro surrealista che la maison propone in asta durante la Modern Evening Auction. La stima di 12-18 milioni di dollari proietta il dipinto verso un nuovo record per la pittrice. Le “distrazioni” è una delle opere simbolo del movimento dei sogni, un insieme di visioni e suggestioni immaginifiche che esemplificano al meglio la poetica della corrente codificata da André Breton nel 1924. Sono cent’anni, infatti, dalla pubblicazione del Manifesto surrealista, celebrato nel 2024 con mostre, iniziative e vendite dedicate. L’opera rappresenta in maniera allegorica e allusiva la vita di Dagoberto, re merovingio che governò la Gallia all’inizio del VII secolo, popolarmente ricordato come un sovrano dissoluto, con uno spiccato gusto per l’eccesso sessuale e un amore sfrenato per il lusso. Carrington ne racconta la figura allestendo un elaborato tableau diviso in quattro sezioni che rappresentano i quattro elementi: Terra, Aria, Fuoco e Acqua. All’interno di ogni vignetta lo spirito di Dagoberto viene metaforicamente dettagliato facendo riferimento ai soggetti più disparati: da vulcani spettrali e laghi di fuoco a mondi acquatici dominati da un gigante bifronte che regge un pesce palla dalle fattezze umane. Uno spazio frammentato e saturamente narrato, quasi come quello denso e cadmio del Concetto spaziale, La fine di Dio di Lucio Fontana, un lavoro emblematico della sua pratica “spaziale”. La fine di Dio è un gruppo di dipinti nato in un momento epocale degli anni Sessanta, quando si stavano verificando importanti progressi nell’esplorazione dello spazio, diventati il catalizzatore dell’attività di Fontana. Questo “concetto” è un’opera fondamentale di questa serie fondamentale, dipinta in un vivido giallo, proveniente dalla collezione di Cindy e Howard Rachofsky. La tela ovoidale traforata ha una stima di 20-30 milioni di dollari, rendendola una delle opere più preziose del maestro italo-argentino mai apparse sul mercato, il record attuale in asta è pari a 29,2 milioni ancora fermo dal 2015.
Lucio Fontana, Concetto spaziale, La fine di Dio, 1964. Estimate: $20-30 million, Courtesy Sotheby’s
L’ultima riverbero della nostra cinquina porta la firma di Claude Monet ed è targato Christie’s. È una luce rosa che bagna Moulin de Limetz, offerto dal Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City e dagli eredi di Ethel B. Atha. L’opera è una delle uniche due tele importanti di Monet raffiguranti il soggetto del mulino a Limetz-Villez, vicino a Giverny. Dipinto nel 1888, questo esemplare presenta un prologo allo sviluppo di Monet in serie, che sarebbe diventato un principio fondamentale della sua ultima carriera. Caratterizzato da un’abbagliante luce caleidoscopica che riflette e brilla sull’acqua che scorre dolcemente e luccica sul fogliame frusciante, il risultato pittorico di Monet irradia colore con profondità e complessità attraverso strati di pigmento denso, ricco e sontuoso. La stima è di 18-25 milioni di dollari, il suo riflesso giunge fino all’Hudson e colora il maggio di New York.